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Canto d'ingresso

Canzone di San Damiano

Ogni uomo semplice
porta in cuore un sogno,
con amore ed umiltà potrà costruirlo.
Se con fede tu saprai vivere umilmente
più felice tu sarai anche senza niente


Se vorrai ogni giorno con il tuo sudore
una pietra dopo l’altra alto arriverai.

Nella vita semplice
troverai la strada
che la calma donerà al tuo cuore puro.
E le gioie semplici sono le più belle
sono quelle che alla fine sono le più grandi.

Dai e dai ogni giorno con il tuo sudore
una pietra dopo l’altra alto arriverai.

Introduzione e saluto

†: In nome della Somma Trinità e della Santa Unità, Padre, Figlio e Spirito Santo.
Assemblea: Amen.

†: Il Signore sia con voi e vi doni la sua pace.
Ass..: E con il tuo spirito.

†: In questa notte anche noi vogliamo ripercorrere il Transito di Francesco, cioè il suo passaggio da questa vita a quella senza fine, chiedendo al Signore Gesù Cristo che ci insegni davvero “la nostra parte”.
Ass..: Amen.

Primo momento

La Notte (3 ottobre 1226)

Guida: Era la notte del 3 ottobre dell’anno 1226, all’esterno della chiesetta della Porziuncola, Santa Maria degli Angeli, frate Francesco si prostrò tutto nudo sulla nuda terra in quell’ora estrema nella quale il nemico poteva ancora scatenare la sua ira. Così disteso sulla terra sollevò la faccia al cielo mentre con la mano sinistra copriva la ferita del fianco destro, che non si vedesse. E disse ai frati: «Io ho fatto la mia parte; la vostra, Cristo ve la insegni».

Il celebrante incensa l’icona. Intanto si canta:

Canto:

Dall'Aurora

Dall'aurora io cerco te
Fino al tramonto ti chiamo
Ha sete solo di te
L'anima mia come terra deserta

Non mi fermerò un solo istante
Sempre canterò la tua lode
Perché sei il mio Dio, il mio riparo
Mi proteggerai all'ombra delle tue ali

Non mi fermerò un solo istante
Io racconterò le tue opere
Perché sei il mio Dio, unico bene
Nulla mai potrà la notte contro di me

†: O Dio, al beato padre nostro Francesco hai donato il premio dell’eterna be­atitudine: concedi anche a noi, che celebriamo ora con sentimenti filiali la memoria del suo transito, la grazia di raggiungere felicemente il premio della stessa beatitu­dine. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Guida:  Ora per alcuni momenti, come Francesco in quella notte disteso nell’erba, anche noi preghiamo. Anche noi cerchiamo come lui l’infinito di Dio, ascoltando con il cuore il silenzio.

Momento di silenzio

Narr.:  Dimorava allora il beato Francesco nel palazzo del vescovo di Assisi, e pregò i frati di trasportarlo in fretta alla Porziuncola, poiché voleva rendere l’anima a Dio là dove per la prima volta conobbe la via della verità. I pochi giorni che mancavano alla sua morte li passò in inni di lode, invitando i compagni diletti a cantare con lui le lodi di Cristo. Chiamava tutte le creature a lodare Dio, esortandole al divino amore. Perfino la morte, a tutti terribile e odiosa, esortava a lodare il Signore, correndole incontro e accogliendola come ospite gradita. “Ben venga - diceva - la mia sorella morte”.

Canone

Questa notte
non è più notte davanti a Te:
Il buio come luce risplende.

Secondo momento

La lode

Narr: Dopo pochi giorni che si trovava nel luogo tanto desiderato, avvedendosi che la morte incalzava, chiamò a sé due frati e figlioli suoi prediletti e comandò loro di cantare ad alta voce, con giubilo di spirito, lodi al Signore per la morte vicina, anzi per l’approssimarsi della vera vita.

Guida: la preghiera più famosa di Francesco, il Cantico di frate Sole, esprime tutta la sua profondità e la bellezza di vedere la presenza amorevole del “bon Signore” in ogni cosa della nostra vita. Assume un significato tutto speciale davanti a “Sorella Morte”.

Canto:

Laudato sii, o mi Signore

Laudato sii, o mi Signore,
laudato sii, o mi Signore,
laudato sii, o mi Signore,
laudato sii, o mi Signore.

E per tutte le sue creature
per il sole e per la luna
per le stelle e per il vento
e per l'acqua e per il fuoco.

Per sorella madre terra
ci alimenta e ci sostiene
per i frutti, i fiori e l'erba
per i monti e per il mare.

Perchè il senso della vita
è cantare e lodarti
e perchè la nostra vita
sia sempre una canzone.

E per quelli che ora piangono
e per quelli che ora soffrono
e per quelli che ora nascono
e per quelli che ora muoiono.

E per quelli che camminano,
e per quelli che ti lodano,
e per quelli che ti aspettano,
e per quelli che ora cantano.

Terzo momento

La Croce

Narr: Su tutti i frati, che intanto sì erano posti a sedere intorno a lui, stese poi le mani con le braccia disposte a forma di croce - il segno che tanto amava - e tutti, presenti e assenti, benedisse nella potenza e nel nome di Cristo crocifisso.

Il celebrante si alza e traccia, in silenzio, un segno di croce sull’assemblea.

Mentre si canta il canone si accendono le candele a forma di croce davanti all’icona.

Canone:

Ubi cáritas et ámor,
ubi caritas Déus ibi est.

Narr: Poi aggiunse: “Figli miei, restate tutti saldi nel santo timore di Dio e perseverate sempre in esso. Poiché le tribolazioni e le tentazioni verranno; beati però saranno coloro che persevereranno in questa via nella quale si sono incamminati. Io mi affretto a tor­nare a Dio, alla cui bontà vi raccomando tutti”.
Finita questa dolce esortazione, quest’uomo carissimo a Dio si fece portare il libro dei Vangeli e chiese che gli si leggesse quel tratto del vangelo di san Giovanni che comincia con le parole: “Prima della festa di Pasqua”.

Alleluia

Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia,
alleluia, alleluia, alleluia!
Passeranno i cieli e passerà la terra,
la sua Parola non passerà! Alleluia, alleluia.
Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia,
alleluia, alleluia, alleluia!

Vangelo

Dal vangelo secondo Giovanni 13, 1-17

Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: "Signore, tu lavi i piedi a me?". Rispose Gesù: "Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo". Gli disse Simon Pietro: "Non mi laverai i piedi mai!". Gli rispose Gesù: "Se non ti laverò, non avrai parte con me". Gli disse Simon Pietro: "Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!". Soggiunse Gesù: "Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti". Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: "Non tutti siete mondi".
Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.
Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi.
In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica.

Parola del Signore.

Omelia

Quarto momento

Al Signore grido aiuto

Narr: Poi Francesco cominciò a recitare forte, per quanto gli era possibile, le paro­le del salmo: “Con la mia voce al Signore grido aiuto, con la mia voce al Signore grido aiuto”, e continuò così sino alla fine, concludendo: “I giusti mi faranno. coro­na, quando mi concederai la tua grazia”.

Guida: Il momento è molto forte, Francesco grida al Signore con tutta la sua umanità desiderosa dell’incontro supremo con la grazia divina. In questo momento ognuno di noi presenti nel suo cuore una necessità o qualche persona per cui pregare, da affidare al Signore.

Dopo qualche minuto di silenzio si recita fra solista e assemblea il salmo 142:

Con la mia voce grido al Signore,
con la mia voce supplico il Signore;

davanti a lui sfogo il mio lamento,
davanti a lui espongo la mia angoscia,

mentre il mio spirito viene meno.
Tu conosci la mia via:
nel sentiero dove cammino
mi hanno teso un laccio.

Guarda a destra e vedi:
nessuno mi riconosce.
Non c'è per me via di scampo,
nessuno ha cura della mia vita.

Io grido a te, Signore!
Dico: "Sei tu il mio rifugio,
sei tu la mia eredità nella terra dei viventi"

Ascolta la mia supplica
perché sono così misero!
Liberami dai miei persecutori
perché sono più forti di me.

Fa' uscire dal carcere la mia vita,
perché io renda grazie al tuo nome;
i giusti mi faranno corona
quando tu mi avrai colmato di beni.

Quinto momento

Il transito

Narr: Poi si rivolse al medico: “Coraggio, frate medico, dimmi pure che la morte è imminente: per me sarà la porta della vita!”. E ai frati: “quando mi vedrete ridotto all’estremo, deponetemi nudo sulla terra come mi avete visto ieri l’altro, e dopo che sarò morto, lasciatemi giacere così per il tempo necessario a percorrere comodamente un miglio”.
E mentre molti frati dei quali era padre e guida, ivi raccolti con rive­renza aspettavano il beato passaggio e la benedetta fine, quella santissima anima sì sciolse dalla carne, per essere assorta nell’abisso di eterna luce, e il corpo si addor­mentò nel Signore.

Restiamo qualche momento in silenzio, chi può in ginocchio oppure in piedi.

Narr: Le allodole, che sono amiche della luce e han paura del buio della sera, al momento del transito del Santo, pur essendo già imminente la notte, vennero a grandi stormi sopra il tetto della casa e roteando a lungo con non so qual insolito giubilo, rendevano testimonianza gioiosa e palese alla gloria del Santo, che tante volte le aveva invitate a lodare Dio.

Insieme recitiamo

Salve, Padre santo, luce della patria,
forma dei Minori: specchio di Virtù,
via di rettitudine, regola di comportamento;
dall’esilio della carne guidaci al regno dei beati.

Canto

Signore fa di me uno strumento

Signore fa di me uno strumento
della Tua pace, del Tuo amore.
Signore fa di me uno strumento
della Tua pace, del Tuo amore.

Dove c’è l’odio, ch’io porti l’amore,
dov’è l’offesa, ch’io porti il perdono.

Dov’è tristezza, ch’io porti la gioia,
dov’è l’errore, ch’io porti la verità.

Dov’è discordia, ch’io porti l’unione,
dove c’è dubbio, ch’io porti la fede.

Dove c’è angoscia, ch’io porti speranza,
dove c’è buio, ch’io porti la luce.

Narr: Si radunò allora una moltitudine di gente che lodava Dio, dicendo: “Lodato e benedetto sii tu, Signore Iddio nostro, che a noi indegni hai affidato un sì prezioso tesoro, lode e gloria a te, Trinità ineffabile!”.

Cel.: Fratelli dilettissimi, in ogni tempo Dio nostro Padre con la potenza dello Spirito suscita i suoi profeti e i suoi santi. Pieni di riconoscenza per averci dato in san Francesco un singolare imitatore di Cristo nella letizia e nella povertà evange­lica, preghiamo unanimi per la Chiesa, per l’Italia e per il mondo.
Preghiamo insieme dicendo:
Padre nostro, ascoltaci.

  • Dio di misericordia, che hai fatto di san Francesco una vivente immagine del tuo Figlio crocifisso, santifica la tua Chiesa e rendila sempre più lieta annunciatrice del Vangelo.

  • Dio di umiltà, all’intercessione di san Francesco vogliamo affidare il nostro papa Francesco: possa sempre attingere alla sapienza di questo povero, per essere come lui speranza e profezia nel nostro tempo.

  • Dio della pace, che hai stabilito di unificare in Cristo tutte le cose, per interces­sione di San Francesco, suscita anche oggi uomini e donne dal cuore libero e grande, che vincano le suggestioni del denaro e del potere.

  • Dio di santità, che hai messo nel cuore di san Francesco l’amore per tutto ciò che è bello e buono, donaci uno sguardo casto e semplice per contemplare le meraviglie del creato e dare voce ad ogni creatura.

  • Dio della gioia, ti presentiamo i giovani nella ricerca della loro vocazione, perché possano trovare in san Francesco il testimone vivo del Vangelo di Cristo, per compiere sempre il tuo santo e verace comandamento.

Padre nostro

Cel.: O Dio, Signore e Padre, che hai chiamato san Francesco d’Assisi e lo hai costituito modello di vita dedicata al tuo servizio, concedi a noi di non anteporre nulla all’amore di Cristo e di percorrere con cuore libero e gioioso la via dei tuoi comandamenti fino a raggiungere la pienezza del tuo amore nella vita senza fine. Per Cristo nostro Signore. Amen.


Benedizione

Canto

Dolce sentire

Dolce sentire
come nel mio cuore,
ora umilmente,
sta nascendo amore.
Dolce capire
che non son più solo
ma che son parte
di una immensa vita,
che generosa
risplende intorno a me:
dono di Lui
del suo immenso amore.

Ci ha dato il cielo
e le chiare stelle
fratello sole
e sorella luna;
la madre terra
con frutti, prati e fiori,
il fuoco, il vento,
l'aria e l'acqua pura
fonte di vita,
per le sue creature
dono di Lui
del suo immenso amore
dono di Lui
del suo immenso amore.