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Dalla visione alla realtà

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  • Citazione: «Due anni prima che rendesse lo spirito a Dio, dopo molte e varie fatiche, la Provvidenza divina lo trasse in disparte, e lo condusse su un monte eccelso, chiamato monte della Verna. Qui egli aveva iniziato, secondo il suo solito, a digiunare la quaresima in onore di san Michele arcangelo, quando incominciò a sentirsi inondato da straordinaria dolcezza nella contemplazione, acceso da più viva fiamma di desideri celesti, ricolmo di più ricche elargizioni divine. Si elevava a quelle altezze non come un importuno scrutatore della maestà, che viene oppresso dalla gloria, ma come un servo fedele e prudente, teso alla ricerca del volere di Dio, a cui bramava con sommo ardore di conformarsi in tutto e per tutto» (LMag 13, 1: FF 1223)
  • PdD: Mc 9,2-10
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  • Giorno: II Domenica di Quaresima (anno B)
  • lectio: https://www.montemesma.it/images/Storage/Lectio/Lectio Mc 9,2-20 (II Domenica di Quaresima - B).pdf

Il Vangelo della II Domenica di Quaresima, di questo anno B, è il racconto della Trasfigurazione riportato da Marco nel capitolo 8, versetti da 2 a 10. Questo evento si colloca strategicamente nel contesto del ministero di Gesù, poiché rappresenta un momento di rivelazione straordinaria della sua vera natura divina. La narrazione che ne fa l’evangelista offre diverse chiavi di lettura e spunti di riflessione, che hanno lo scopo di arricchire la nostra comprensione della fede e del nostro cammino spirituale.

La solitudine del monte

Marco inizia il racconto della Trasfigurazione sottolineando il contesto del monte, luogo di solitudine e preghiera. Questo particolare è significativo poiché rappresenta un momento di intimità e separazione dal mondo esterno, dove Gesù può rivelare la sua gloria ai tre discepoli più intimi: Pietro, Giacomo e Giovanni. La scelta di Gesù di ritirarsi su un monte richiama alla mente l'immagine dell'incontro di Mosè con Dio sul Monte Sinai, sottolineando la continuità tra l'Antico e il Nuovo Testamento e l'importanza di questo evento nella storia della salvezza. Ma prima ancora, il monte in quanto luogo elevato (realmente o idealmente), rappresenta l’importanza dell’esperienza spirituale.

La trasfigurazione

L'immagine delle vesti splendenti di bianchezza, che “nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche”, sottolinea la realtà divina e richiama anche le profezie dell'Antico Testamento sulle vesti dei giusti nella resurrezione. La presenza di Elia e Mosè, due figure centrali dell’Antico Testamento, sottolinea il compimento delle profezie e l'autorità di Gesù come il Messia promesso e adempimento della legge e dei profeti.

Reazioni dei discepoli

Le reazioni dei discepoli, in particolare di Pietro, riflettono la loro meraviglia e confusione di fronte a questa visione straordinaria, l'incapacità umana di comprendere appieno l'esperienza mistica della Trasfigurazione. Pietro propone di costruire delle tende per commemorare l'evento, desiderando prolungare quella manifestazione divina. Tuttavia, questo momento di entusiasmo è interrotto dalla voce del Padre che proclama Gesù come suo Figlio prediletto, invitando i discepoli ad ascoltarlo, indicando che la vera comprensione di questo evento richiede un atteggiamento di fede e obbedienza.

La Trasfigurazione,  anticipa la gloria futura di Cristo e il suo regno definitivo, e anche, segna un punto di svolta nella vita dei discepoli, che devono ora affrontare la realtà della croce e della risurrezione di Gesù. Questo evento offre loro una visione anticipata della gloria di Dio e della vittoria finale su ogni male. Tuttavia, devono ancora affrontare le sfide e le sofferenze della vita quotidiana, mantenendo viva la fede nella Parola di Gesù e nella sua promessa di risurrezione. Possiamo dire che la reazione di Pietro e la voce di Dio mettono in evidenza la tensione tra la speranza umana di trattenere il divino e la necessità di accettare il piano divino della redenzione attraverso la sofferenza e la morte di Gesù.

Continuità della sequela

Dopo questa esperienza straordinaria, Gesù ritorna con i suoi discepoli sulla strada ordinaria della vita. La loro fede è stata ravvivata e rafforzata, ma devono ancora affrontare la realtà della sofferenza e della morte. Tuttavia, ora sono consapevoli della promessa della risurrezione e della presenza continua di Gesù con loro.

Riflessioni per la nostra vita

  • Gesù ha scelto di ritirarsi su un monte con i tre discepoli. Riconosco e accolgo l’importanza della solitudine per vivere esperienze spirituali?
  • Come trovare equilibrio tra le proprie speranze e desideri umani e la volontà di Dio nella propria vita?
  • In che modo puoi "scendere dal monte" e portare la luce di Cristo nella tua vita quotidiana?

Preghiera

Signore Gesù, nella tua trasfigurazione sul monte hai manifestato la tua gloria divina agli apostoli Pietro, Giovanni e Giacomo. Concedici, o Signore, di contemplare la tua bellezza e di essere trasformati dalla tua luce, affinché possiamo portare la tua presenza radiosa nei nostri cuori e nel mondo. Fa' che, come Pietro, possiamo dire: "Signore, è bello per noi essere qui", e imparare ad ascoltare la tua voce che ci guida sulla via della verità e della vita eterna. Amen.

Facciamo tre capanne…

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Mc 9,2-10

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

Era l’occasione per riscattarmi un po’ agli occhi di Gesù, dopo che mi aveva dato del diavolo tentatore pochi giorni prima, ma anche questa volta è stato un fiasco. Di fronte a quella visione, che altro potevo dire? Veramente meraviglioso quello spettacolo ed era proprio bello contemplarlo estasiato, con il desiderio che durasse il più a lungo possibile. Ecco allora l’idea delle capanne, ma subito dopo quella voce mi ha richiamato alla realtà: quel contemplare era un istante passeggero in funzione di un ascoltare continuo. La visione sarebbe passata, Gesù avrebbe ripreso le normali sembianze, mentre la sua parola avrebbe continuato a raggiungerci, ad accompagnarci nel cammino. La sosta sul monte era una parentesi per garantirci che la strada faticosa affrontata da Gesù e a cui ci associava era quella giusta agli occhi di Dio, anche se per noi uomini era una follia, come mi ero lamentato sei giorni prima. Però scendendo dal monte porterò con me il ricordo di questa luce, nella speranza che continui a brillare anche nei momenti di buio che ci ha prospettato il maestro. Conoscendo il mio carattere, non è difficile che ne combini qualcun’altra delle mie, ma Gesù sa che gli voglio bene e confido di poter sempre contare sul suo amore e sul suo perdono.